Sila è il toponimo di un altopiano dell'Appennino Calabro, formato da una serie di ampi pianori che in media superano i 1.300 m di altitudine. Situato all'interno di un territorio erto e impervio, l'altopiano ha un'estensione di 17.000 ettari, è delimitato da versanti scoscesi ed è circondato da numerosi rilievi, i più alti dei quali oltrepassano in genere i 1.700 m. Per estensione è il più grande d'Europa.
La Sila costituisce da tempo immemore il polo di un’attività pastorale transumante di corto raggio, con spostamenti stagionali tra pascoli montani e costieri lungo percorsi naturali (transumi). Insieme a un’agricoltura a base di cereali e leguminose, la pastorizia costituisce il pilastro di un'economia locale sin dall'antichità.
La Calabria centro-settentrionale jonica e silana presentava già in epoca protostorica molti insediamenti ben popolati, con una netta prevalenza di quelli interni su quelli costieri. Gli abitati erano collegati tra loro da una rete viaria ben sviluppata. A differenza delle regioni del litorale che, a causa di terreni paludosi e della malaria ( vito teti, un centro di terra senza centro, p.175), videro lo sviluppo e intensificazione dell’agricoltura a scapito della pastorizia a mano a mano che l'agricoltura evolveva verso forme e tecnologie più evolute, nell’entroterra, per motivi prevalentemente di natura ambientale e geografica, si sviluppò soprattutto l’allevamento di ovini.
Ancora oggi, da maggio a settembre, i pastori si recano sull'altopiano per far pascolare le mandrie. Durante il lavoro, essi sono assistiti da numerosi cani da Pastore della Sila: vigorosi e agili soggetti di grossa taglia che fanno da battistrada alle greggi per agevolarne gli spostamenti e che le vegliano su di loro per proteggerle dai lupi e dai cani selvatici.
La discesa dall'altopiano ha luogo nel mese di settembre, prima dell'arrivo grande freddo stagionale. In inverno, infatti, la Sila è interessata da un clima di tipo continentale, caratterizzato da temperature sotto zero e precipitazioni nevose.
La portata circoscritta della transumanza e il contesto dell'altopiano hanno favorito nel cane da Pastore della Sila lo sviluppo di una serie di caratteristiche di adattamento in risposta alle esigenze del territorio da cui tale animale prende il nome. Gli impervi percorsi lo hanno reso agile e buon arrampicatore, i contrasti climatici ben resistente a condizioni di gran caldo e freddo, il clima continentale che d'inverno porta freddo e neve anche fino in pianura lo ha dotato di un folto sottomanto stagionale. I pastori, dal canto loro, hanno contribuito a selezionare cani meglio adatti alla funzione di guardiano delle greggi, privilegiando cararretistiche quali robustezza e colore del mantello simile a quello degli ovini, favorendo in tal modo anche una sorta di simbiosi morfologica tra cani e ovini, che si mischiano gli uni agli altri durante i loro spostamenti.
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